Nuovo stop alle proroghe automatiche delle concessioni balneari
Il Consiglio di Stato ha emesso tre sentenze cruciali riguardo alle concessioni balneari, ribadendo la totale illiceità delle pratiche italiane di rinnovo automatico

Palazzo Spada sottolinea il contrasto con la Direttiva Bolkestein, interpretata in passato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea e dal Consiglio di Stato nell'Adunanza Plenaria sentenza n. 17/2021, oltre ad altre sentenze intervenute lo scorso anno.
Seguendo un consolidato orientamento giurisprudenziale, il Collegio ha confermato con le sentenze n. 4479, 4480 e 4481 del 20 maggio 2024 che tutte le proroghe delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo, anche in casi di precedenti selezioni, sono considerate illegittime se la loro durata finisce prima del 31 dicembre 2023. Tali decisioni devono essere disattese da tutte le istituzioni, anche a livello comunale, per promuovere una competizione trasparente, imparziale e non discriminatoria.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha evidenziato che le normative nazionali che promuovono proroghe automatiche, violano il diritto dell'Unione per il contrasto con l'articolo 12 della Direttiva 2006/123/CE e l'articolo 49 del TFUE.
Nel complesso, le autorità devono seguire l'articolo 12 della Direttiva 2006/123/CE per assegnare concessioni demaniali marittime a fini turistico-ricreativi, con le gare a evidenziare la norma principale, salvo venga dimostrato che le risorse costiere non sono effettivamente scarse.
Infine, si specifica che non esiste un presunto "diritto di insistenza" nel sistema giuridico interno, poiché le concessioni, per loro stessa natura, sono limitate nel tempo e soggette a periodi di scadenza, richiedendo un nuovo processo comparativo secondo regole improntate sull'imparzialità, la trasparenza e la concorrenza.