Regione Sardegna: ok all’incremento della spesa regionale per la sanità anche oltre i limiti nazionali
Lo ha affermato la Corte Costituzionale avvallando le norme della Regione Sardegna che prevedevano un aumento delle spese per prestazioni sanitarie oltre ai limiti imposti dalle leggi nazionali.

La sentenza n. 141 depositata il 22 luglio 2024 dalla Corte Costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 56 della legge
reg. Sardegna n. 9 del 2023 e dell’art. 5, comma 1, della legge reg. Sardegna n. 21
del 2023.
Tali disposizioni erano state approvate dalla Regione Sardegna al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e ridurre i tempi di attesa, autorizzando l’incremento della spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie eccedendo i limiti previsti dalla normativa nazionale.
Le disposizioni sono state ritenute costituzionalmente legittime.
La Corte, pur riconoscendo l'applicazione dei vincoli di finanza pubblica anche agli enti con autonomia speciale, ha accolto un'interpretazione flessibile in merito alla Regione autonoma Sardegna. Quest'ultima, infatti, garantisce in autonomia il completo finanziamento del proprio servizio sanitario regionale, svincolandosi così dai limiti di spesa imposti dalla legislazione statale.
Il sostegno finanziario totale fornito dal bilancio sardo per i servizi sanitari regionali e l'assenza di vincoli che impediscano l'applicazione di questo principio esentano dunque la Regione da piani di rientro per disavanzi finanziari o minacce ai livelli essenziali di prestazioni. Ciò comporta un impedimento per lo Stato nell'intervenire con regolamentazioni di coordinamento finanziario che influenzino la gestione della spesa sanitaria a livello regionale.